François Furet

Il passato di un’illusione

L’idea comunista nel XX secolo

A cura di Marina Valensise

Un classico della storiografia contemporanea, per comprendere miti e contraddizioni dei totalitarismi del Novecento.

Collana: Biblioteca

Prezzo cartaceo: € 30,00

ISBN: 9791256680061

888 pagine

A partire dal 1917, l’idea del comunismo ha vissuto in bilico tra la sua universalità astratta e la sua incarnazione nella storia. Eppure, per quanto sfortunato e tragico sia stato il corso della rivoluzione bolscevica, la sua promessa ha attraversato il Novecento a bandiere spiegate. Da Lenin a Gorbacëv, per decenni la realtà non ha spento la fiamma dell’utopia, ma l’ha ravvivata. Al centro di “Il passato di un’illusione” è la fascinazione che l’idea comunista ha esercitato sugli intellettuali del Ventesimo secolo, un’influenza sentita ben oltre i regimi di tipo sovietico, che ha trovato vita più lunga in Occidente – in Italia e in Francia, soprattutto – che nell’Est Europa. Il mito sovietico non sarebbe durato così tanto, e non sarebbe stato accolto con una fede così cieca, se le circostanze non avessero alimentato le sue menzogne. Capace di risvegliare le forze sopite della tradizione rivoluzionaria occidentale, non appena ottenuta la vittoria il bolscevismo ha fatto propria l’eredità giacobina, assumendosi il compito di rigenerare l’umanità. Nato dalla prima guerra mondiale, ha dato un volto al nichilismo dell’epoca, ha tratto profitto dalle ingiustizie del trattato di Versailles, si è arricchito grazie allo spettacolo offerto dalla grande Depressione, è prosperato con l’antifascismo e ha toccato il punto più alto alla fine del secondo conflitto mondiale, con la vittoria sul nazismo. Persino la destalinizzazione, che segnava il declino di quel mito, ha contribuito a guadagnare il consenso di coloro che in tutto il mondo avevano condannato il passato regime per i suoi crimini. L’illusione ha continuato ad alimentare per quasi un secolo le speranze di milioni di sostenitori e, apparentemente immune alle svolte del destino, è andata in pezzi solo con la caduta dell’URSS. È una parabola che incarna, più di ogni altra, il Novecento, i suoi entusiasmi, i suoi miti e le sue tragedie.


François Furet (1927-1997) storico di fama internazionale, noto per le sue opere fondamentali sulla Rivoluzione francese, nella sua lunga carriera ha diretto a Parigi l’École des hautes études en sciences sociales e ha insegnato all’Università di Chicago. Nel 1997 fu eletto membro dell’Académie française. Tra le sue opere tradotte in Italia, ricordiamo Critica della Rivoluzione francese (1980), Il laboratorio della storia (1985), Marx e la Rivoluzione francese (1989), Il secolo della rivoluzione (1989).

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